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D.L. n. 105 del 23/07/2021 e DPCM 12/06/2021

Di E. Scarpetta
Compagnia Teatrale I Masaniello
regia di Alfonso Rinaldi
Produzione COMPAGNIA MASANIELLO

“Miseria e Nobiltà” (1887), resa celebre dal film di Mario Mattioli degli Anni Cinquanta magistralmente interpretato da Totò e Sophia Loren e recentemente celebrato e riportato alla ribalta anche dal regista Mario Martone con il film “Adesso rido io”, narra della povertà di quella parte del popolo napoletano che s’ingegna per tirare a campare.
Pasquale il salassatore (che in questa interpretazione chiameremo Felice Paglietta), convive sotto lo stesso poverissimo tetto, insieme alla moglie Concetta e alla figlia Pupella, con Feliciello Sciosciammocca, la convivente di questi Luisella e il piccolo Peppiniello.
Stremati dalla più nera indigenza, su invito di Eugenio, un ricco rampollo della nobiltà partenopea, si prestano a inscenare un’improbabile finzione, interpretando i componenti della famiglia del giovane blasonato, nel comicissimo tentativo di convincere Gaetano
Semolone, un ingenuo ex cuoco arricchitosi grazie ad una inaspettata eredità, ad acconsentire alle nozze con la figlia Gemma.
Ad infittire l’intrigo, vi è anche la circostanza che la governante di casa Semolone è Bettina, madre di Peppiniello e moglie di Feliciello Sciosciammocca, con il quale è da tempo separata.
“Miseria e Nobiltà” è una commedia molto divertente, piena di verve e d’intrighi, che evoca appieno la tradizione dei canovacci della commedia dell’arte, con scambi di persone, travestimenti e l’arte di arrangiarsi tipica napoletana.
Ci si trova a ridere, di quel riso amaro che fa da sfondo al tema della povertà e che giustifica ogni espediente: ci troveremo di fronte ad una “miseria vera e ad una falsa nobiltà”, come recita appunto una battuta della commedia.
Questo classico di Scarpetta, nell’adattamento del regista Alfonso Rinaldi, al pari di “O’ scarfalietto”, commedia anch’essa rappresentata dalla Compagnia Masaniello, rimane, fino al finale, un vortice inarrestabile di crescente e travolgente comicità, che risucchia il
pubblico in una spirale di trovate alle quali diventa impossibile opporre resistenza.

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